Una storia vera
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4013. Non un numero qualunque per il protagonista del romanzo, ma la cifra che, in un momento particolare, ha avuto la funzione di un vero e proprio spartiacque nella sua esistenza. La narrazione, in prima persona e con una focalizzazione interna, apre la finestra, per il lettore, sulla mattina del 16 agosto 2021, con i preparativi per quella che si profila già come un’impresa: la scalata di due vette del Monte Bianco. Con un taglio prevalentemente cronachistico, l’autore elenca nel dettaglio le fasi dell’avventura, vissuta in compagnia di un amico scalatore, senza tralasciare il racconto delle emozioni, della fatica e, nondimeno, della felicità per il raggiungimento della cima. L’imprevisto però, è in agguato, e Cristian passa, in una frazione di secondo, dall’euforia al panico: una manovra disturbata dal sopraggiungere di un forte vento lo fa ritrovare a dondolare pericolosamente nel vuoto, legato solo alla sua corda. Da questo momento, l’alternarsi delle sequenze narrative ai flashback, restituisce integralmente e verosimilmente tutto il carico emotivo scaturito dalla consapevolezza di rischiare la vita, ma soprattutto la volontà di far emergere il profondo processo di cambiamento innescato, paradossalmente, proprio da un tale pericolo.
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