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Basnewende – Talatou Clementine Pacmogda

Una storia vera, drammatica ma piena di speranza. L’autrice, con un suo particolare linguaggio narrativo, racconta al lettore le sue vicissitudini.
E lo fa in maniera spontanea, fresca e coinvolgente. Il suo sorriso e la sua risata raggiungeranno il cuore di chi affronterà con lei questa avventura… Basnewende.

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  • Daniele Uboldi
    21 Giugno 2020 at 08:01

    Certo, i puristi della lingua potranno anche arricciare il naso davanti al linguaggio asciutto e non sempre corretto nella sintassi. Non c’è da stupirsi: molti preferiscono un italiano privo di contenuti a uno scritto colloquiale, spontaneo, ricco di suggestioni e di colori.
    Il libro di Clémentine non è solo una genuina testimonianza dei trascorsi personali, coi suoi dolori e gioie, ma uno spaccato di quell’Africa povera e negletta che deve tutti i giorni fare i conti con la fatica di vivere.

    Noi figli dell’Occidente opulento non abbiamo la minima idea di cosa significhi dovere trovare il denaro per farsi curare e sentirsi dire dal medico dell’ospedale: “vai in farmacia e compra queste medicine”. Per noi è scontato che ci pensi il nosocomio., ma in Burkina Faso non è così.: tutto ha un prezzo e la vita o la morte a volte sono decise da pochi CFA che fanno la differenza.
    Chi decide di andare oltre la sintassi, nel libro di Clémentine troverà umanità, senso di appartenenza, amore per i legami famigliari che da noi sono ampiamente andati perduti.
    Le società non tecnologiche ci insegnano che “sei” anche se non “hai”: il contrario del paradigma consumistico di queste parti.
    Clémentine, dottore di ricerca della Normale di Pisa parla molte lingue, come ben pochi di noi sanno fare. Le si può dunque ben “perdonare” qualche piccola imprecisione nell’uso dell’italiano. Come sempre, bisogna guardare la luna e non il dito che la indica.

    • Talatou Clémentine Pacmogda
      23 Giugno 2020 at 12:14

      Grazie Daniele per queste parole. È vero che la vita in Burkina Faso è quella dov’è nulla ti è dovuto, dove il governo non è in grado di offrire nulla nemmeno agli alunni piccoli che desiderano andare a scuola. Una vita fatta di sudore vero in un paese sconosciuto dal mondo. Sono contenta di sapere che c’ Davvero qualcuno che riesce a vedere e riassumere come si vive in questo posto sperduto e sprovvisto di tutto. Grazie!

    • placebook
      7 Luglio 2020 at 18:44

      Abbiamo deciso noi di lasciare il più possibile il “suo” linguaggio. I puristi della lingua ci perdoneranno, ma Clementine non è italiana, quindi credo sia giusto così.