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Sono due “storie” vere e rappresentano come devono essere valutate dalla giustizia le prove o gli indizi di prova a carico di ciascuno di noi, prima che il mostro venga sbattuto subito in prima pagina e poi trascinato in giudizio.
In modo specifico si descrivono le tristissime vicende che vedono coinvolti un padre, un nonno, una figlia di 8 anni e una nipote di 10.
Le piccole accusano il patrigno e il nonno di molestie sessuali subite nel corso di anni o mesi.
Il padre e il nonno sono trascinati in carcere l’uno e in tribunale l’altro.
Nei loro confronti ci sono solo le dichiarazioni delle minorenni.
Sono colpevoli? Forse…
Ma con il “forse” non si possono pronunciare sentenze di condanne per reati infamanti che, in ogni caso, al di là di come i processi si concluderanno procurano stress, sfascio di famiglie, disagio psicologico per adulti e minori.
Tutti sbattuti sul palcoscenico delle corti giudicanti… ma come vanno valutate le prove, come devono essere esaminate e vagliate le dichiarazioni di minorenni?
Ci sono protocolli specifici che il libro esamina e spiega. Il messaggio che l’autore vuole lanciare è chiaro e definito nella stessa prefazione: la giustizia può essere a volte un tritacarne dal quale in ogni caso: assolto o condannato, accusato o accusatore… ne esci a pezzi.
Gianni Valmori risiede a Voghera.
Avvocato penalista da mezzo secolo ormai con la toga sulle spalle. È stato amministratore pubblico ricoprendo diverse cariche: Assessore alla cultura, Consigliere Comunale, Presidente della società servizi municipalizzati di Voghera.
Collabora a riviste e giornali.
È stato insignito delle onorificenze di Cavaliere della Repubblica e di Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.
Ha pubblicato:
“Da canto a canto”
“Sotto la toga… Tutto”
“I fusilli del bancarottiere”
“Fra le pieghe della toga”
“L’azzardo di stato”