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Il protagonista ricorda le proprie vicissitudini con la burocrazia a partire da un assegno a vuoto firmato anni prima.
Il concorso per un posto come bibliotecario, l’incertezza sul proprio nome, il servizio di leva, un processo per atti osceni in luogo pubblico e altro ancora, diventano l’occasione per riflettere sulle cose del mondo e su sé stesso. L’epilogo, di cui la prima lunghissima parte è (ironicamente) l’intro(duzione), si sviluppa come racconto fantastico in cui l’io narrante si immagina morto e alle prese con l’ennesimo affare burocratico.
