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Un figlio racconta la vita di suo padre, vissuta ai limiti dell’impossibile e legata al sito archeologico di Acherenthia.
L’aspirazione del genitore era di diventare un rigattiere e voleva collocare questa attività in un vecchio fienile nei pressi di Acherenthia, che risultava appartenere a due anziane sorelle, entrambe nubili e molto ricche. Ottenerlo non fu facile poiché legato ad una condizione alla quale, suo malgrado, dovette accondiscendere. Le due sorelle nascondevano un segreto: erano in possesso di uno strano oggetto, in grado di aprire un accesso spazio-temporale, la cui porta era collocata proprio nel sito di Acherenthia, dalla quale era possibile effettuare dei viaggi nel passato.
Da alcune generazioni si erano perse le tracce della collocazione del portale ed il suo rinvenimento risultò di vitale importanza per la prosecuzione della loro casata.
Iniziano per il protagonista una moltitudine di inimmaginabili viaggi succedutisi in diverse epoche passate, attraverso una rielaborazione fantascientifica del borgo di Acherenthia: dalle sue origini, con la figura mitologica di Filottete, proseguendo con la leggenda di San Teodoro e del temibile drago a sette teste, fino alle cause del suo definitivo abbandono.
