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In bilico tra il ricordo e la ferita, questo romanzo autobiografico confessionale si snoda come un lungo sussurro, un dialogo interrotto con il passato. L’autrice, con la stessa grazia dolente de La campana di vetro di Sylvia Plath, attraversa episodi intensi della sua vita – lacerazioni familiari, amicizie totali, amori che scaldano e poi svaniscono – restituendo al lettore un mosaico frammentato ma vivido dell’animo umano.
Ogni capitolo è uno specchio incrinato in cui si riflettono gioie luminose e dolori antichi, in un costante tentativo di comprendersi, di salvarsi.
Non c’è redenzione piena, né catarsi definitiva: solo la forza sincera della parola che guarda in faccia la propria vulnerabilità. Un’opera intima e affilata, per chi cerca nelle pagine l’eco sommessa della verità.

Giorgia Deidda è nata il 16 agosto 1994 a Foggia. Vive a Orta Nova, un piccolo paesino. Autrice appassionata e sensibile, ha già pubblicato diverse sillogi poetiche con la casa editrice Placebok Publishing. Questo è il suo terzo romanzo con la stessa casa editrice, confermando un percorso letterario coerente e in continua evoluzione.
Oltre alla scrittura, Giorgia coltiva la passione per la Slam Poetry, forma espressiva che le permette di fondere la potenza della parola con l’energia della performance. Amante dell’arte in tutte le sue forme, vive la creatività come una necessità e un modo per leggere il mondo.
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