Traduzione di Angela D’Ambra
Utopia: il titolo non inganni il lettore. L’Utopia di Cowlam non è quella di More, né è la Città del Sole di Campanella.
La nostra Utopia è quanto di più lontano dallo Stato ideale si possa immaginare. Il “Non-Luogo” di questo breve romanzo non è la Repubblica di Platone, ma la sua copia (reale) deforme.
È la concretizzazione dello Stato imperfetto: quello che è sempre esistito, esiste ancora, e (purtroppo) sempre esisterà in qualche angolo oscuro di mondo.
Utopia è l’isola che non dovrebbe esserci, eppure c’è: è il paese da cui il cittadino desidera solo fuggire.
