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Una silloge poetica atipica.
16 testi, 16 poesie che sono da considerarsi come delle piccole tappe di un viaggio da compiere, accompagnate talvolta da delle riflessioni che fanno da introduzione e che consentono al lettore di comprendere meglio i contenuti degli scritti e gli intenti dell’autore.
Uno stile scarno, asciutto, lucido, diretto, quasi prosastico si alterna ad aperture molto più in linea col linguaggio poetico.
Un titolo impegnativo: “Fragile dis-Umanità”, che ha per protagonista l’uomo nella sua singolarità ed anche nella sua collettività.
La fragile umanità, costituita dalla voce e dalle storie degli ultimi, degli invisibili, che la società spesso “rifiuta”, si alterna alla dis-umanità che non necessariamente è da considerarsi nella sua accezione feroce, ma semmai da ciò che sembra aver proprio perso il lato umano: anche una semplice parola pronunciata male o un comportamento stereotipato del quotidiano può essere rivelatore di un aspetto disumano.
È giusto porsi delle domande, oggi più che mai, domande che forse non trovano risposta (sicuramente non nell’immediato). Una poesia che non ha la pretesa di essere risolutrice dei dissidi contemporanei, ma sicuramente aiuta a prenderne necessariamente atto, esplorando magari l’ipotesi di “invertirne la rotta”, affinché l’uomo possa uscirne più… forte e più…umano, e nel suo piccolo possa riscrivere l’esistenza a partire anche solo da piccoli gesti.
